Il Partito democratico è diviso tra chi vorrebbe un nuovo partito e chi una rifondazione.
Sulla crisi del Pd interviene anche Pierluigi Bersani. “Basta primarie. Il dilemma non è sciogliere o non sciogliere” il Partito Democratico, “ma allargare, è l’esigenza di un profilo, di un collegamento con il tema del lavoro, di una forma partito adeguata. Io lo chiamo un partito nuovo”. Per l’ex segretario, molto critico nei confronti del partito, c’è bisogno di un nuovo partito di sinistra.
La critica di Bersani è rivolta soprattutto a chi continua sulla vecchia scia che ha portato alle condizioni attuali del partito democratico, ovvero partire dai nomi piuttosto che dai contenuti. Ci sono già diversi candidati alla segreteria del Pd, in prima linea Bonaccini e la sua vice Schlein. I problemi non si risolvono con i leader, sottolinea Bersani. Il problema di fondo del partito è quello legato all’identità e ai valori, argomento che si intreccia con le alleanze su cui nessuno vuole intervenire.
Il Pd è scarsamente attrattivo per il voto popolare
Lo stesso Bonaccini, ospite ieri a Cartabianca, non ha voluto parlare di future alleanze nemmeno alla luce dei sondaggi di Swg tra Terzo Polo e M5S. La rotta che intende seguire il Pd sembra ancora lontana dal dare risposte chiare e nette e allontana così anche una ripresa repentina del partito. L’ex segretario Bersani sui 5 stelle ha ammesso che “hanno mostrato sensibilità su temi acuti come povertà, ambiente, diritti, sobrietà della politica.”
Per Bersani questi sono temi utili “alla definizione di un campo progressista, ma che non toccano le strutture della uguaglianza da riprogettare: diritti e dignità del lavoro, fiscalità progressiva, welfare universalistico, politiche industriali e ambientali su cui la sinistra ha il know how e che non possono essere delegati ad altri”.
Anche per D’Alema il Pd va riformato perché è diventato “scarsamente attrattivo” ma non va sciolto perché ce n’è bisogno. Ma rilancia l’asse con i 5 stelle che attrae invece la parte popolare e povera della sinistra. Tesi opposta di Rosy Bindi che annuncia di scioglierlo subito che è convinta che non cambierà nulla se non si cambiano le regole e le strade da seguire. Per Bindi il partito è in crisi già dall’era Zingaretti. La rifondazione del Pd è ancora in alto mare.